Unpit – Convegno 7 febbraio 2018

29.01.2018 – A cura di Unpit

COMUNICATO STAMPA

Per il 7 febbraio 2018 le  Associazioni ANPAN – ANRRA – ANUA –  ANUPSA – CONFEDIR – FEDERSPEV – UNPIT – UNUCI, che rappresentano gran parte delle professionalità dei cittadini in pensione che da troppo tempo si vedono usati come bancomat per coprire le infinite falle economiche di un sistema dove troppo spazio è ancora lasciato a sprechi, privilegi ed evasione ed elusione fiscale, hanno organizzato un convegno con inizio alle ore 10.00 presso la Casa dell’Aviatore.

 Il Presidente di FEDERSPEV  Michele Poerio, che modererà il Convegno al quale sono stati invitati come relatori economisti e politici di tutto l’arco costituzionale  ha rilasciato il seguente comunicato stampa in cui illustra i quattro temi del Convegno:

  • Mancata perequazione automatica delle pensioni.

“Negli ultimi 11 anni e per 8 anni l’indicizzazione delle pensioni è stata del tutto azzerata: nel 2008 oltre le otto volte il minimo INPS (legge Berlusconi – Tremonti),nel 2012 e 2013 (Monti – Fornero) oltre le tre volte il minimo e variamente abbattuta con la finanziaria Letta negli anni 2014-15-16-17-18.

Come conseguenza di tale accanimento l’assegno di questa categoria di pensionati ha perso non meno del 15-20% del suo valore reale.

Ma l’ultimo colpo mortale alla mancata perequazione è venuto dalla Consulta  che con la sentenza 250/2017 (squisitamente politica) ha dichiarato la legittimità della legge Renzi – Poletti 109/2015,smentendo clamorosamente i principi affermati da diecine di sentenze della stessa Corte e nello specifico la sentenza 70/2015 e defraudando 6 milioni di pensionati di oltre 25 miliardi.”

  • Separazione assistenza – previdenza

“Da decenni chiediamo una netta separazione tra la “vera previdenza” sostenuta dai contributi dei lavoratori e dei datori di lavoro e l’assistenza che deve essere completamente a carico della fiscalità generale. Separazione,peraltro,prevista dalla legge 88/1989 mai attuata.

La “previdenza vera” è in attivo,di svariati miliardi,come dimostrato anche dal Prof Alberto Brambilla,uno dei maggiori esperti previdenziali italiani,mentre la spesa per l’assistenza è in continua crescita ad un ritmo spaventoso e non sostenibile del 5,9% anno.

La spesa previdenziale pura sul PIL è del 10% circa (ampiamente nella media OCSE) mentre l’ISTAT comunica ad EUROSTAT che la spesa previdenziale è del 19% del PIL,comprendendo anche l’assistenza.

Si tratta di una vera e propria manipolazione dei dati nei confronti della quale abbiamo presentato numerosi esposti – denunce in tutte le sedi giurisdizionali possibili.

Cosa possono rispondere gli organismi internazionali (Comunità Europea,OCSE,OSCE,FMI) di fronte a questi dati fasulli se non : “ dovete tagliare le pensioni?”

  • Pensione di reversibilità

“Queste pensioni non sono mai state molto amate dalla politica. L’attuale commissario  alla spending review Yoram Gutgeld è arrivato ad affermare che “la reversibilità in Italia è molto alta,circa il 30-40% in più del resto d’Europa” senza precisare,però,che in Italia i contributi sono molto, ma molto più elevati.

Il furto legalizzato a carico dei superstiti inizia con la legge Dini 335/95 (art. 1c.41 tabella F) che prevede abbattimenti sostanziali in rapporto al reddito del superstite. E’ uno scandalo perché la pensione maturata dal defunto è sostenuta da contributi effettivamente versati che sono costati sacrifici non solo al  deceduto,ma all’intera famiglia. Più vantaggioso,invece,è sopravvivere ad un parlamentare:parafrasando George Orwell possiamo dire che “ tutti i cittadini sono uguali,ma alcuni sono più uguali di altri”.

I figli dei cittadini normali,infatti,ricevono l’assegno solo se studiano e al massimo fino a 26 anni. I figli dei parlamentari anche se non studiano. Anche i genitori dei parlamentari sono più uguali,la reversibilità normalmente spetta a padri e madri a carico,senza pensione e con più di 65 anni. Per i genitori dell’onorevole basta che siano a carico.”

  • Previdenza per i giovani

“Il futuro previdenziale dei nostri giovani è alquanto nero se non si realizzerà una urgente revisione dei meccanismi di rivalutazione,una vera previdenza integrativa che ad oggi nel pubblico impiego non è ancora realmente partita,e soprattutto se non si realizzerà una adeguata lotta al precariato.

Si tratta di un gravissimo problema che dovrà essere risolto a livello politico e non depredando le nostre pensioni,ma dando maggiore stabilità al mercato del lavoro.

Il che evidenzia l’assoluta necessità di una previdenza integrativa.

Ma mentre all’estero incentivano i fondi pensione,in Italia con la finanziaria 2015 hanno quasi raddoppiato la tassazione dall’11,5% al 20% sul netto maturato dai fondi delle pensioni integrative,hanno colpito le casse previdenziali private,hanno ridotto le esenzioni fiscali delle polizze vita private. Tutto ciò rischia di distruggere la previdenza integrativa che doveva consentire alle giovani generazioni di crearsi un secondo pilastro previdenziale. Chiediamo,perciò, il ritiro di questi provvedimenti.”

CONCLUSIONE 

“La politica “ tutta” invece di scagliarsi contro i “pensionati d’oro” a 2.500 -3.000 € lordi mensili,farebbe meglio a diminuire i suoi esorbitanti costi,a favorire la piena occupazione,a rivalutare i montanti contributivi,lottare contro le false pensioni di invalidità,contro le pensioni e i vitalizi frutto di privilegi e pluri incarichi,contro l’evasione contributiva,contro la spaventosa evasione-elusione fiscale (120-130mld anno) e contro la corruzione (60 mld anno)

E’ questo il “ pozzo di San Patrizio” cui la politica deve attingere per risolvere tutti i problemi del nostro Bel Paese,abbattendo quello spaventoso debito pubblico che ci soffoca e che lievita ogni anno.”