NO ALLA GHETTIZZAZIONE ANAGRAFICA

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UNPIT (Presidente il Prof. Marco Perelli Ercolini) ha alla base della sua azione  la puntuale controinformazione ogniqualvolta questa  sia necessaria per tutelare la posizione e l’immagine dei propri associati.
Si allega l’articolo emesso oggi 11/11/2020 da UNPIT che controinforma in merito alle uscite di chi vorrebbe un lockdown speciale per gli over 70.

Alessandro Seracini

UNPIT * NO ALLA GHETTIZZAZIONE ANAGRAFICA
a cura di Riccardo Borserini e Alessandro Seracini

Si è sempre ritenuto che gli anziani siano  generalmente dotati di una capacità di giudizio migliore della media , proprio a causa della loro lunga  esperienza di vita .Ed infatti fin dai tempi dell’antica Grecia  in questo gruppo si sono scelte le persone candidate alla guida della società e all’esercizio della giustizia.   Ancora oggi vediamo che in molti Paesi del mondo, compreso il nostro, fanno parte di questa classe di età molte delle più alte cariche civili e religiose nonché illustri professionisti in ogni campo.

Come dobbiamo quindi interpretare le proposte di coloro che vorrebbero gli anziani obbligati agli “arresti domiciliari” si chiedono i soci dell’Unione Nazionale Pensionati per l’Italia. I casi sono due: si pensa che  gli over 70 siano   costituiti da “minus habens” incapaci di provvedere alla propria sicurezza sanitaria oppure si pensa  che questa  misura sia espressione di particolare cura nei loro confronti. 

Noi abbiamo motivo per non credere che si tratti di un eccesso di premure. Anzi, rifiutiamo e siamo offesi e indignati per un provvedimento che, se attuato, limiterebbe e discriminerebbe gli over 70 sulla base di elucubrazioni che senza minimamente preoccuparsi di analizzare che cosa veramente essi rappresentano  per il Paese si basano unicamente sul superamento di una certa soglia di età . Questo provvedimento, se attuato, non solo non risponderebbe a criteri pubblicamente esibiti come valori,   come uguaglianza, solidarietà, rispetto… ma neppure risponderebbe  alla pura e semplice logica,  in testa la tenuta del Pil. Si, la tenuta del Pil, dal momento che i milioni di over 70, attivi o pensionati che siano, producono una parte non indifferente del Pil nazionale lavorando nell’imprenditoria, nelle istituzioni, nell’insegnamento o, come è per la maggior parte dei pensionati, spendendo all’interno del Paese  parte  o tutto il  proprio reddito per il sostentamento di se stessi e, spesso, anche del loro nucleo familiare. A ciò si aggiunga che i pensionati – insieme ai lavoratori dipendenti – pagano oltre l’80% dell’Irperf.

I pensionati, che sarebbero in gran parte inclusi nel provvedimento prospettato, hanno già sperimentato sulla propria pelle un approccio discriminatorio e punitivo costituito da  vari provvedimenti, passati e in atto, in danno delle loro pensioni, delle quali viene  così  ignorato  il collegamento con una vita di lavoro e di professionalità ,componente base del grande  progresso sociale ed economico che il nostro Paese  ha avuto nel secondo dopoguerra. Ora a questo danno si vorrebbe aggiungere  la beffa degli “arresti domiciliari”.

Prendano nota gli estensori di quella  proposta che il Covid non si combatte  con provvedimenti facili a danno di una categoria già in difficoltà ma impegnandosi  con fatica e professionalità  per dare a tutti i cittadini  la garanzia di poter accedere ad un servizio sanitario efficiente ed efficace. E mettano in conto  una opposizione  con ogni mezzo consentito nel caso in cui dalle proposte di ghettizzazione  si dovesse passare ai fatti. 

*L’Unione Nazionale Pensionati per l’Italia (UNPIT) è una associazione che riunisce cittadini in pensione provenienti da Dirigenza privata, Forze Armate, Aviazione civile, Sanità, Magistratura, Giornalismo e da altri settori del mondo della produzione. .