PENSIONI DI REVERSIBILITA’ – TRATTAMENTO FISCALE IRREGOLARE e DISTORSIVO?  (Marco Perelli Ercolini)

 

La Corte dei Conti nel Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica 2021 chiede di ripensare il sistema di tassazione delle pensioni, denunciando il persistere di “sbilanciamenti” sui redditi medi nonché andamenti “irregolari e distorsivi delle aliquote marginali effettive”, affermazioni che ben si ingranano alle pensioni di reversibilità.

La legge Dini del 1995 ha tagliato le pensioni di reversibilità del coniuge superstite senza figli a carico in relazione al suo reddito e qui la prima osservazione: la pensione di reversibilità è una forma previdenziale e non assistenziale, che deriva da un tacito contratto sociale: prestazione sostenuta da espliciti versamenti contributivi a valore corrente durante tutta la vita lavorativa. E’ giusto, è corretto? Purtroppo un diritto soggettivo è stato cancellato da una necessità economica!!!   

Ma il taglieggiamento non è finito: la scure fiscale, infatti, va ad incidere pesantemente con l’applicazione della aliquota marginale (del 38? del 41? o del 43%?) essendo assommata per l’imposizione fiscale ai redditi del coniuge superstite.

Le pensione, in atto o che sarebbe spettata al de cuius, sarebbe tassata col sistema impositivo graduale a scaglioni di reddito, la pensione di reversibilità assommata ai redditi del coniuge superstite, invece, è tutta fiscalizzata in base alla aliquota marginale, sistema che ben si inquadra in quanto rilevato nel Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica 2021 della Corte dei Conti:…andamenti “irregolari e distorsivi delle aliquote marginali effettive”.

Mi avrebbero fatto osservare che probabilmente una pensione di reversibilità potrebbe dare al fisco, più di quanto darebbe la pensione del de cuius….meglio non approfondire….

Si spera dunque, giustamente, che il legislatore intervenga a correggere questi iniqui tagli sulle pensioni e, in particolare, riveda il trattamento fiscale in base all’aliquota marginale su questi trattamenti di pensione che ripeto non sono assistenziali, ma derivano da pesanti versamenti contributivi.