L’intenzione dell’Esecutivo di varare il progetto “chi ha di più paghi di più il ticket sanitario” porterebbe, secondo il Presidente UNPIT Marco Perelli e il Coordinatore Alessandro Seracini, alle seguenti situazioni:
- Chi versa più Irpef versa già di più al SSN. Il dettato costituzionale in materia di progressività fiscale è dunque già pienamente assolto da chi paga le tasse anche per quanto concerne l’Assistenza sanitaria pubblica.
- Sono ormai innumerevoli le categorie professionali che usufruiscono di un Fondo integrativo privato di assistenza sanitaria che, di norma, prevede una franchigia per le varie prestazioni che già oggi è spesso inferiore al ticket richiesto dalla sanità pubblica. Nel caso in cui i ticket vengano ulteriormente aumentati per i redditi più alti sarà molto probabile assistere ad una ulteriore accelerata verso il privato. In tal caso l’aumento del ticket sortirebbe per la Sanità pubblica un effetto contrario a quello voluto.
- In un contesto in cui, come riportato anche da “Itinerari Previdenziali”, nel 2017 l’Irpef è stata pagata per il 50,77% dai lavoratori dipendenti, per il 30,05% dai pensionati e per il 19,18% da tutte le altre categorie di persone in attività, il rischio che a pagare di più i ticket siano i soliti noti e a pagare di meno siano i soliti ignoti è, obiettivamente, molto elevato.
UNPIT esprime pertanto netta contrarietà verso questo modo di gestire il risanamento dei conti pubblici. Risanamento che, vista anche la stagnazione del Pil, si può ottenere solo mediante un efficace contrasto all’evasione fiscale, efficace contrasto che ad oggi stiamo ancora aspettando.
Unione Nazionale Pensionati per l’Italia